Nella palla ovale con
Roberto Quartaroli
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Nome:
Roberto Quartaroli
Data di nascita: 29.03.1988
Luogo di nascita: L’Aquila
Nazionalità: Italiana
Peso: 87 Kg
Altezza: 190 cm
Posizione in campo: Centro - Ala
Indirizzo di studio universitario: Scienze Motorie
Origine: Lucolana
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Attività sportiva societaria
Provenienza Vivaio L’Aquila Rugby dal 1994
Stagione 2005 - 2006 L’Aquila Rugby – U. 18
Stagione 2006 - 2007 L’Aquila Rugby – U. 19
Stagione 2007 - 2008 L’Aquila Rugby – U. 19
nella Rosa della 1° Squadra del campionato di serie A, con
esordio il 4.11.2007 (Benevento – L’Aquila)
Stagione 2008 - 2009 Overmach Cariparma - Parma
Attività Sportiva Federale
Stagione 2005 – 2006
- Nazionale U. 18: 8 caps
- Campionati Europei Under 18 (Treviso 2006)
Stagione 2006 – 2007
- Centro Federale per l’Alto Livello presso l’Accademia Federale
“Ivan Francescato” in Tirrenia (PI) – 1° anno
- Nazionale U. 19: 9 caps
- Campionati mondiali Under 19, divisione “B” (Belfast 2007)
Stagione 2007 – 2008
- Centro Federale per l’Alto Livello presso l’Accademia Federale
“Ivan Francescato” in Tirrenia (PI) – 2° anno
- Nazionale U. 20: Titolare
Stagione 2008-2009
- Sei Nazioni: convocazione in Nazionale Maggiore
- Centro Federale per l’Alto Livello presso l’Accademia Federale
“Ivan Francescato” in Tirrenia (PI) – 2° anno
Risultati e riconoscimenti conseguiti
Medaglia di BRONZO ai Campionati Europei Under 18 (Treviso 2006)
Medaglia D’ORO ai Campionati Mondiali Under 19, divisione “B”
(Belfast 2007)
Premio Panathlon 2007 per il Rugby |
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L'intervista (gennaio
2008)
É stata una fatica ma alla fine il risultato vale lo sforzo
compiuto.
Siamo riusciti ad intervistarlo.
Dopo lungo tallonamento lo abbiamo placcato in casa, nei suoi ventidue
metri, a Peschiolo di Lucoli.
Di chi parliamo?
Ma naturalmente di Roberto Quartaroli, lucolano, stella nascente del Rugby
Aquilano, italiano e, perché no, anche internazionale.
La difficoltà ad incontrarlo non deriva naturalmente dalla mancanza di
disponibilità del ragazzo, assolutamente esemplare e cortese, ma dai
numerosissimi impegni cui è sottoposto dalla sua attività agonistica.
Titolare della sua squadra di club, L’Aquila Rugby e della Nazionale
under 20, il suo tempo è completamente occupato dagli allenamenti, dalle
partite di campionato, dalle trasferte ed in questi giorni anche dalla
partecipazione al prestigioso torneo del “Sei Nazioni Under 20” che per
i nostri ragazzi e per l’ancor più nostro Roberto Quartaroli, inizierà il
primo febbraio con la partita Italia - Irlanda.
Ma non basta.
Dal lunedì al venerdì il nostro Golden Boy (nostro perché ormai lo
abbiamo adottato quale nostro idolo. Si sa, le storie di successo hanno
sempre tanti padri n.d.r.) è uno dei fortunati 24 giovani atleti
italiani ad avere il privilegio di poter frequentare l’Accademia “Ivan
Francescato” a Tirrenia, in Toscana, Centro Giovanile Federale di
Sviluppo per l’Alto Livello.
Insomma, solo ad elencare i suoi impegni abbiamo fatto la più classica
delle “suate” a sette camicie e ci siamo chiesti come sia possibile per
lui reggere a simili ritmi.
Roberto ce la fa benissimo ma non solo perché è giovane (compirà 20 anni
il 29 marzo) ma anche perchè sappiamo, dall’alto della nostra
esperienza (nel senso di vecchiaia n.d.r.) che ha qualcosa in più: oltre la passione, il fisico, il talento, il carattere,
oltre a tutto questo, lasciatecelo
dire, ha il cuore lucolano!
(ce l’abbiamo pure noi,
peccato ci manchi tutto il resto n.d.r.).
Ma bando alla ciance e veniamo all’intervista che riportiamo in versione
edited (come dicono quelli che leggono la stampa anglosassone!)

Il Presidente de L'Aquila Rugby Francesco Aloisio
consegna a Roberto Quartaroli il premio Panathlon
Qual è stato il motivo
che ti ha spinto a scegliere il rugby piuttosto che un’altro sport?
Credo che mamma e papà mi abbiano spinto nella mischia cercando di
togliermi di mezzo… a parte gli scherzi, mi hanno portato sin da piccolo
a giocare a rugby pensando che fosse uno sport che mi potesse permettere
sia di socializzare che di formare correttamente il carattere.
Il 25 ottobre hai vinto il Premio Panathlon 2007. A chi viene
consegnato?
E’ un premio che viene assegnato a persone che in campo sportivo o nella
propria disciplina si sono distinte in modo particolare.
Quale trafila giovanile hai dovuto percorrere prima di arrivare in
prima squadra?
Tutti i gradini dell’Aquila Rugby: dall’under 8 fino alla prima squadra
Il tuo ruolo in campo è centro-ala, che caratteristiche tecniche e
fisiche occorre possedere in questo ruolo?
Bisogna avere fisicità, gestualità, tecniche di passaggio, calcio e
timing
Con L’Aquila Rugby hai esordito in prima squadra il 4 novembre 2007
(Benevento – L’Aquila), cosa hai provato quando sei entrato in campo?
Ero molto emozionato ed agitato ma volevo comunque fare una bella figura
anche se sono entrato a pochi minuti dalla fine.
Come hai giocato quella partita?
Nella partita d’esordio non ho potuto fare molto in quei pochi minuti,
nella successiva, giocando per un tempo intero, sono stato certamente
più tranquillo ed ho dato una buona prestazione. Poi nella partita che
ho giocato da titolare contro il Piacenza in casa, mi sono sentito
lusingato nel leggere sulla stampa di essere stato eletto “man of the
match”
Ultimamente il calcio con il cosiddetto ‘’terzo tempo’’ (che poi in
realtà non è altro che il semplice saluto tra giocatori a fine gara)
cerca per la prima volta di imitare il rugby. E’ il rugby che con i
soldi che girano si sta avvicinando al calcio o è il calcio che ha
bisogno della sportività del rugby?
Secondo me il calcio ha certamente bisogno della sportività del Rugby
Ai profani sembra che il rugby abbia moltissime regole, voi giocatori
vi rendete sempre conto del motivo che induce l’arbitro a fischiare?
Si certo, ci rendiamo perfettamente conto perché l’arbitro spiega sempre
con una gestualità specifica il tipo di fallo commesso.
A differenza del calcio, come mai nel rugby l’arbitro è così
rispettato?
Per la cultura, che è tipica del rugby, il rispetto delle regole e del giudice di gara
È corretto sostenere che il campionato italiano di rugby “Top Ten”
abbia perso importanza in considerazione del fatto che i giocatori
migliori vanno a giocare fuori l’Italia? Pensi che sia lì il tuo futuro?
Beh non credo che il campionato “Top Ten” abbia perso di importanza
perché alcuni giocatori sono andati a giocare all’estero, anzi, al
contrario ci sono moltissimi giocatori stranieri che sono venuti a
giocare in Italia e questo sicuramente danneggia il settore giovanile
che in questo modo non riesce ad emergere. La Federazione infatti,
proprio per questa ragione, a partire dal prossimo anno, ha aumentato il
numero di giocatori italiani che, obbligatoriamente, devono stare in
campo. Per quanto riguarda il mio futuro... per adesso va bene così.
Per adesso il tuo Azzurro è l’under 20. Hai mai pensato, in
prospettiva, all’Azzuro della Nazionale maggiore, al Sei Nazioni o
addirittura ai mondiali assoluti?
Certo… è il mio sogno!
Qual è la nazionale di rugby che ammiri di più come tipo di gioco?
La Francia perché gioca il rugby più “alla mano” dinamico e
spettacolare.
L’Italia sarà mai in grado di vincere il Sei Nazioni?
Perché no?
Secondo te qual è il ruolo più importante, in una squadra di rugby?
E’ un gioco di squadra e quindi tutti i ruoli sono determinanti.
Comunque i ruoli più delicati, in quanto fonti di gioco, sono
sicuramente il mediano di mischia ed il mediano di apertura.
L’Aquila è uscita lo scorso anno dalla Top Ten e, a giudicare da come
stanno andando le cose, farete di tutto per tornarci. Pensi che la
differenza sia poi tutta nelle capacità economiche di una squadra?
L’Aquila dei Mascioletti, Ghizzoni, Colella ecc… è ormai un sogno
irraggiungibile?
Sicuramente i soldi hanno la loro importanza ma è solo grazie alle
capacità organizzative della società che si raggiungono i grandi
traguardi e L’Aquila sono certo che tornerà ad essere protagonista come
una volta.
Il fatto che L’Aquila non giochi quest’anno la “Top Ten” è stato per
te un’occasione in più per metterti in mostra o i tuoi valori sarebbero
emersi comunque?
E’ stato sicuramente più facile mettermi in mostra perché ho avuto più
possibilità di giocare
Hai una ragazza?
Sono single da poco, ci siamo lasciati.
Il tuo sport ha condizionato il tuo rapporto sentimentale?
Si. Lo ha condizionato perché non è semplice mantenere rapporti
sentimentali vedendosi un giorno la settimana o, in alcuni periodi, una
volta al mese.
Le ragazze sono più interessate a te adesso che sei famoso?
Ehh famoso!… Comunque ad essere sincero si. Tempo fa ero “più
disponibile” e di ragazze ce ne erano già... abbastanza. Adesso, che ce
ne sono di più, non ho il tempo per “dedicarmi a loro”… ma la speranza è
l’ultima a morire…
La tua famiglia ti supporta nel tuo impegno sportivo?
La mia famiglia mi supporta e mi sopporta, soprattutto mio fratello Luca
che non ne può più.
Da alcuni mesi vivete a Peschiolo di Lucoli, il fatto di stare qui ti
comporta qualche svantaggio?
No, anzi, la mia terra di origine mi dà forza e tranquillità. Forza
perché qui a Lucoli i rapporti umani ti danno qualcosa di più, chi ci
vive lo sa. Tranquillità perché qui riesco a rilassarmi veramente.
C’è qualche altro lucolano che pratica questo sport?
Alessandro Di Cosimo, il papà Gigi è originario della Piaggia, poi
Filippo Cassetti, anche suo padre è originario di Lucoli e precisamente
di Prata, ci sono poi Accatino e Bologna di Casamaina ed in passato mi
ricordo che giocava anche Pasquale Fiore della Piaggia, adesso non
ricordo altri, spero di non essermi dimenticato nessuno.
Qual è il giocatore italiano che ammiri di più?
Andrea Masi cresciuto nel vivaio dell’Aquila Rugby, attualmente
nazionale, adesso gioca con un club francese in prima divisione. E’ lui
il mio idolo.
Se un giorno ti dovesse capitare di segnare una meta al Sei Nazioni a
chi la dedicheresti?
Alla mia famiglia senza dubbio…
(Noi suggeriamo che ci piacerebbe che indossasse qualcosa che ricordi il
nostro comune perché sicuramente Lucoli sarà con lui)
Qual è la cosa che ti piace di più di Lucoli?
La natura e poi sicuramente il rapporto umano che c’è con i paesani, ti fa sentire sempre a casa tua.
E quella che ti piace di meno?
Forse sarebbe bello che Lucoli fosse più popolato e animato.
Navighi su Internet? Conosci QueNova News?
Si navigo molto su internet e Que Nova la conosco da tempo, ho fatto
anche il test “Sei un vero Lucolano?”
E quale è stato il risultato?
Adesso non mi ricordo bene…
Abbiamo capito… il risultato è stato “Addò te prisinti!!” vero?
No… cioè mi sembra di no… ma adesso però sto studiando…
voglio recuperare
Vabbè sorvoliamo… e lo studio, quello vero, come va?
Sono iscritto al primo anno del corso di Laurea in Scienze Motorie a
L’Aquila. E’ molto difficile conciliare i miei impegni sportivi con lo
studio ma cerco comunque di fare del mio meglio.
Tutti parlano bene di te, delle tue doti fisiche e tecniche, dicono
che avrai un grande futuro. Tu pensi di esser rimasto con i ‘’piedi per
terra’’?
Ho gli scarpini perennemente infangati…. Più per terra di così! ….
Scherzo… comunque credo di non essermi montato la testa anche perché
sono cosciente di avere molti difetti da correggere.
Non è simpatico? Non è forte?
Non vi è venuta voglia di poter tifare per lui con addosso la maglia
azzurra della Nazionale maggiore al Sei Nazioni?
Non sperate anche voi, come noi, che un giorno non troppo lontano possa
segnare una meta, alzarsi la maglietta come Ravanelli e mostrare una
T-Shirt con su scritto “Sono lucolano”? (anche se a pensarci bene non
abbiamo mai visto un giocatore di rugby alzarsi la maglietta per
esultare n.d.r.)
Papà Claudio e mamma Liliana hanno ascoltato attentamente l’intervista,
fumando la loro sigaretta, a volte apparentemente distratti per non
influenzare le risposte del figliolo, ma erano lì sempre pronti, vigili.
Ci sono anche suo fratello Luca e sua nonna Anna e soprattutto
quest’ultima pare pendere dalle labbra del suo nipotino (nipotone visto
il metro e novanta!) come se avesse ancora qualcosa da imparare su di
lui.
E’ giusto che sia così in una famiglia, in famiglia come in un campo di
rugby si deve rimanere sempre uniti, pronti a supportare il compagno in
difficoltà, nella certezza di poter contare sull’aiuto degli altri al
momento del bisogno.
E’ stato proprio papà Claudio a spingere il nostro campione al gioco del
Rugby perché convinto che questa nobile disciplina sportiva potesse insegnargli il
rispetto per gli altri, la lealtà, la forza d’animo e la solidarietà.
Il Rugby come maestro di vita.
E’ una cosa che abbiamo sentito spesso… ma adesso che abbiamo conosciuto
meglio Roberto… adesso che abbiamo visto i risultati…
...beh, adesso ne siamo convinti anche noi!
Vai Roberto… adesso vola… Lucoli è con te!
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