Attività di
ricerca dell'Accademia della
Renna (AdR)
San Martino
di Gisuele Cardigliucciu
La nebbia pianu pianu
resaglie pe’ ju Colle,
e tira palianu
torcennu rami e foglie.
Pe’ le vie degliu paese
se sente nu rumore,
le butti che rebullu,
che te refâu ju côre.
Intantu agliu caminu
se prepara ju fôco,
pe’ pecora a cutturu
e castagne de Antrodoco.
Ju cacciatore fischia,
guardenno se repiove.
Ju lebbre se ne scappa,
cerchenno tane nove.
Critica esplicativa AdR
Ve la ricordate la famosa canzone di Fiorello, che cominciava così:
“Laaa nebbia agli irti colliii, o-o-ooooh, piovigginando saleee…”?
Ebbene quello che è stato un grande successo estivo anni fa, altro
non era che un plagio della sopraccitata poesia del Cardigliucciu,
tradotta a sproposito in italiano ed adattata ad una località
marittima (“…e sotto il maestrale urla e biancheggia il mare” ).
In realtà, il documento che analizziamo con gioia sommessa e
tracotante orgoglio è il topos della bucolica vita montana lucolana;
parole chiave, come rami, foglie, paese, fôco, côre, pecora a
cutturu, lebbre, trasportano il lettore nella dimensione
favolistica di un autunno tipicamente lucolano.
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